Ian McEwan
On Chesil Beach
Romanzo letto per il gruppo di lettura di Cadoneghe,
non penso che altrimenti sarebbe stato una mia scelta. Il ritmo è lento, sembra
quasi di sentire un disco che scorra circolarmente, a vuoto, su di un
giradischi dimenticato in un'atmosfera polversosa di un tempo ormai trascorso, emettendo una musica che sembra arrivare da un altro universo. La
storia è di una epoca abbastanza vicina a noi eppure risuona di
un'epoca ormai trascorsa, appartenente ad un'altra era geologica.
La storia racconta di una giovane coppia, appena sposata, che si approccia alla prima
notte di nozze, si avvia alla consumazione del primo vero amplesso sessuale per
entrambi i protagonisti. Iniziato in medias res, appena giunti in un albergo nei
pressi della spiaggia di Chesil (appunto Chesil Beach), la scena comincia in
modo modo molto lento, sembra di assistere a scene di un fil muto, in silenzio tra sussulti del
corpo che comunicano, tradiscono, mentono inconsapevolmente, quasi incosciamente. Al filone
principale si inseriscono i flashback che ci raccontano del passato dei due
protagonisti, che man mano divengono familiari a noi lettori, mentre continuano
a rimanere tra loro estranei, chiusi in un silenzioso e ovattato inno della non
comunicazione.
E come la marea continua lenta ed inesorabile a levigare gli
innumerevoli ciottoli che il destino lascia inerti sulla spiaggia in balia
dell'implacabile oceano, anche i due giovani sono percossi dai loro silenzi e da
terribili incomprensioni che lentamente ed inesorabilmente li separano.
Ad un
tratto un evento sembra illuminare il buio della loro estraneità con
un'improvvisa saetta, folgorante ed improvvisa che invece di illuminare spinge nel precipizio di un vorticoso burrone Potrebbe essere un metaforico faro nel
buio, ma la luce improvvisa ed accecante atterrisce chi ancora brancola nel
buio. Certamente è un libro che racconta sogni, desideri, segreti intimi che
hanno segnato la vita di una intera generazione.
#penso_leggo_scrivo_homo_sum

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